TONY CRAGG. INFINITE FORME E BELLISSIME
a cura di Sergio Risaliti e Stéphane Verger
9 novembre 2024 - 4 maggio 2025 Museo Nazionale Romano - Terme di Diocleziano
Nelle Aule delle Terme di Diocleziano ben 18 sculture realizzate negli ultimi due decenni.
Le antiche strutture delle Terme non sono nuove al dialogo con opere contemporanee: le loro alterne vicende, le molteplici trasformazioni che hanno subito, i secoli che hanno attraversato ne fanno un luogo vitale e accogliente. Questa mostra crea uno stimolante confronto tra le pure ed essenziali architetture degli spazi termali, le loro grandiose coperture, i geometrici volumi del le Aule X, XI e XI bis con le forme seducenti, perturbanti, misteriose delle sculture dell’artista inglese. Un affasciante e animato incontro tra la perfezione della tecnica costruttiva del mondo antico e i rimandi ad elementi naturali del mondo minerale e vegetale, alla geologia e alla biologia, evocando le onde del mare, le strutture geometriche di una pianta o di una conchiglia.
I diversi materiali in cui sono realizzate le opere - bronzo, legno, travertino, acciaio, fibra di vetro – si uniscono a questo coro polifonico di elementi, interagendo con le forme morbide e scolpite di antichi sarcofagi e statue di marmo, con i toni violacei dei laterizi delle murature e con le tessere bianche e nere dei mosaici.
L’esplorazione delle relazioni tra le forme del mondo naturale e quelle degli spazi artificiali non si limita alle sole antiche architetture romane, ma si irradia al di fuori delle Terme di Diocleziano attraverso vie e strade, giungendo alle piazze della città, le cui forme familiari si rivelano ora nuove e inaspettate.
“Infinite forme e bellissime” fa riferimento ad una frase topica di Charles Darwin: “Vi è qualcosa di grandioso in questa concezione della vita, con le sue molte capacità, che inizialmente fu data a poche forme o ad una sola e che, mentre il pianeta seguita a girare secondo la legge immutabile della gravità, si è evoluta e si evolve, partendo da inizi così semplici, fino a creareinfinite forme estremamente belle e meravigliose”.
Da qui nasce il titolo della mostra che evoca l’inarrestabile entusiasmo dell’artista di fronte alla ricchezza delle architetture della vita; dal microcosmo al macrocosmo, alla meraviglia che suscita il pensiero stesso, mai pago di affondare nella conoscenza della realtà, nella inesauribile ricchezza di forme e modelli, di strutture e processi generativi che il mondo naturale ci mette davanti agli occhi: una ricchezza cui corrisponde il fare dell’artista, in particolare quello dello scultore, che può ‘pensare’ e creare nuove forme senza porsi limiti nell’utilizzo di mezzi e materiali. Un fecondo scambio di intuizioni e immagini tra naturale e artificiale, tra modelli biomorfici e virtuali, che derivano dall’osservazione delle composizioni organiche e delle strutture cristalline dei minerali, fino a coinvolgere forme elaborate digitalmente, e prodotti nati artificialmente in laboratorio: dall’archeologia, alla geologia, dalla storia dell’arte, alla biologia.